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Porta S.Antonio
Il tessuto urbano medievale di Lugnano in Teverina si concentra tutto all’interno dello spazio circoscritto dal sistema difensivo delle antiche “muraglie” del IX sec. con i loro torrioni quadrati, sulle quali ad est, si inserisce la Porta S. Antonio, unico accesso al centro abitato della “Terra di Lugnano” fino al 1622. La sua posizione, in parte stabilita dove la morfologia del suolo consente l’apertura di un varco, si colloca verso una delle vie di comunicazione minori su cui, in epoca romana, si innervava il sistema viario locale collegato alla Via Amerina (l’antica “Strada dei forastieri” – tracciata sul Catasto Gregoriano del 1819 - che attualmente passa dietro il Cimitero, è considerata da alcuni archeologi l’antico tracciato romano della Guardia Tiberis, che da Amelia arrivava fino a Guardea). La sua funzione era quindi duplice: da un lato di difesa della Terra di Lugnano, dall’altro per raccordare il paese alle vie di comunicazioni più importanti di allora agevolando i commerci.
La porta di S. Antonio costituiva l’unica via d’ingresso al paese fino al 1622, quando verrà costruita la porta di S. Angelo, quest’ultima esistita fino al 1868, per l’apertura di un varco di raccordo con la viabilità interna. Successivamente verrà chiamata “Porta Vecchia”, “Porta dei Monti”, in altri modi e infine “Porta S. Antonio”.
L’uso della Porta era regolato dallo Statuto. All’interno della cinta muraria potevano abitare solo i “terrazzani”, cioè i lugnanesi, mentre i forestieri per abitarvi o soltanto per entrare devono avere la licenza delle autorità preposte. Lo stesso Statuto del ‘500 ordinava che non si poteva entrare o uscire dalla Terra se non per la Porta. La difesa della Terra , nei momenti di maggiore pericolo, si concentrava nella guardia alla Porta. Non solo nei periodi di guerra, ma anche nei momenti di carestia, nei quali si faceva la guardia alla Porta per impedire l’esportazione delle “grascie” – vettovaglie, grano, olio, vino – e nei pericoli di peste per evitare che entrassero nella Terra individui provenienti da “loco sospetto di morbo”. È opportuno ricordare che, sempre nel 1500, per “Terra di Lugnano” si intendeva la zona all’interno delle “muraglie”, fuori era “territorio” o “tenimento” della Terra di Lugnano. La porta, quindi era al centro dell’interesse difensivo degli abitanti della Terra di Lugnano.
Sulla Porta, oltre agli stemmi dei Papi e dei Governatori, venivano affisse le “citazioni” per i forestieri e i “bandi” del Podestà o dei Priori. Fuori della Porta vi era un recinto, fatto con legni, e un cancello. Vi erano anche dei muretti, dove le persone si sedevano. Si parla di restauri della Porta e delle muraglie per interessamento di Papa Pio II Piccolomini nella seconda metà del 1400, per questo venne inserito lo stemma dei Piccolomini con i cinque crescenti recante la data 1459; asportato e distrutto, venne sostituito con l’attuale lapide analoga sul finire del XIX secolo.
La porta di S. Antonio costituiva l’unica via d’ingresso al paese fino al 1622, quando verrà costruita la porta di S. Angelo, quest’ultima esistita fino al 1868, per l’apertura di un varco di raccordo con la viabilità interna. Successivamente verrà chiamata “Porta Vecchia”, “Porta dei Monti”, in altri modi e infine “Porta S. Antonio”.
L’uso della Porta era regolato dallo Statuto. All’interno della cinta muraria potevano abitare solo i “terrazzani”, cioè i lugnanesi, mentre i forestieri per abitarvi o soltanto per entrare devono avere la licenza delle autorità preposte. Lo stesso Statuto del ‘500 ordinava che non si poteva entrare o uscire dalla Terra se non per la Porta. La difesa della Terra , nei momenti di maggiore pericolo, si concentrava nella guardia alla Porta. Non solo nei periodi di guerra, ma anche nei momenti di carestia, nei quali si faceva la guardia alla Porta per impedire l’esportazione delle “grascie” – vettovaglie, grano, olio, vino – e nei pericoli di peste per evitare che entrassero nella Terra individui provenienti da “loco sospetto di morbo”. È opportuno ricordare che, sempre nel 1500, per “Terra di Lugnano” si intendeva la zona all’interno delle “muraglie”, fuori era “territorio” o “tenimento” della Terra di Lugnano. La porta, quindi era al centro dell’interesse difensivo degli abitanti della Terra di Lugnano.
Sulla Porta, oltre agli stemmi dei Papi e dei Governatori, venivano affisse le “citazioni” per i forestieri e i “bandi” del Podestà o dei Priori. Fuori della Porta vi era un recinto, fatto con legni, e un cancello. Vi erano anche dei muretti, dove le persone si sedevano. Si parla di restauri della Porta e delle muraglie per interessamento di Papa Pio II Piccolomini nella seconda metà del 1400, per questo venne inserito lo stemma dei Piccolomini con i cinque crescenti recante la data 1459; asportato e distrutto, venne sostituito con l’attuale lapide analoga sul finire del XIX secolo.
In corrispondenza della Porta vi era la “Contrada della Porta”. La contrada consisteva intorno e all’interno della porta, dove vi era sicuramente uno spazio più ampio, uno slargo, luogo vivo di incontri e di attese che nei momenti di pericolo si riempiva di armati a difesa della porta con il suo pozzo, davanti al quale, nei primi anni del 1500, vi erano una “apoteca” (speziaria) di Tranquillo Vannicelli e l’osteria e la “pizzicaria” del Comune.
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